martedì 23 dicembre 2008

And the fog comes up from the sewers and glows in the dark

sono a casa. c'è freddo e c'è la nebbia.
non sono neppure 24 ore che sono tornata e già prenderei un altro aereo per andare via ( e cmq anche stavolta, per me la sindrome da jet lag non esiste).
ma è il momento di stare con la famiglia (reale e virtuale) e farò la brava e resterò qui (almeno con il corpo).
Come già anticipato, presto ci saranno nuovi post sulla Nuova Zelanda, quindi non dimenticatevi di questo piccolo blog e cercate di passare tutti quanti un Natale sereno.
a presto

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domenica 21 dicembre 2008

i believe in peace, bitch

grazie all'eccessivo zelo di una gran ... di una hostess di terra della emirates, il decollo dalla nuova zelanda non è stato doloroso come pensavo...

la mia valigia infatti pesava ben 21 kg ovvero un kg in + del consentito... in italia non avrebbero detto nulla, anzi si sarebbero stupiti della mia lealtà, ma le venisse un accidente alla tipa, non c'è stato verso di convincerla... l'unico modo era pagare 90 dollari... ora in valigia avevo del vino che dovevo regalare (e 90 dollari per del vino neozealandese mi pare un po' eccessivo... a sto punto regalo del brunello che vado sul sicuro).... quindi ho tolto la bottiglia di vino ma mi dispiaceva buttarla, quindi me la sono bevuta alla faccia di quella gran pignola prima del decollo, cosa che non mi ha consentito di fare l'ultimo shopping al duty free (qualcuno rimarrà senza regalo...ma amen), ma almeno ero troppo brilla per capire dove mi trovavo e che stavo facendo...

saluti da melbourne...

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One day I know we'll find a place of hope

Vi scrivo dall'aeroporto di Auckland in attesa del mio volo che via melbourne-dubai e venezia mi riporterà a casa..
non so se ho voglia di tornare o no, al momento sono molto confusa.
da una parte so che è natale e ho voglia di rivedere la mia famiglia e gli amici più cari, dall'altra non ho assolutamente voglia di lasciare questo meraviglioso paese e la sua gente cordiale e informale. e sono sicura che appena l'aereo decollerà. sarà un po' come se mi strappassero il cuore dal petto... ma come si sa all good things come to an end...
ma non questo blog! o per lo meno, non ancora! ho infatti ancora da raccontarvi un sacco di cose delle ultime tappe, + i commenti finali e gli highlights.
Ma voi dove siete finiti tutti? già a impigozzarvi di pandoro??? stressati dai regali???
datemi un segno della vostra presenza...
non è che l'europa è sprofondata e qui non se ne sono nemmeno accorti?

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mercoledì 17 dicembre 2008

The Gates of Hell lie waiting as you see, there's no price to pay just follow me



Una cosa è leggere sui libri che ci sono luoghi su questo nostro folle pianeta ad alta attività geotermica, poi capiti a Rotorua e ti rendi conto che le cose che leggi, viste dal vivo sono pazzesche.

Semplicemente, mentre parcheggi la macchina inizi a notare strani fumi e vapori da un parco in pieno centro cittadino (Kuirau park); scendi dalla macchina e l'aria ti ricorda l'odore di alcuni aerosol e della uova marce, essendo carica di zolfo.
Ti addentri nel parco, verso i vapori e inizi pure a sentire un gorgoglio...



... vi presento una mud pool, una pozza di fango bollente, che pare presa da un videogioco, ma è reale e, vi giuro, si trova a poche decine di metri da case normalmente abitate. Ovviamente le mud pools sono delimitate da recinzioni, essendo infatti molto pericolose: come le sabbie mobili, infatti, finendoci dentro, non si riesce più a uscirne, con l'aggrevante che mentre si affoga nel fango, si ha pure la sventura di auto-farsi-arrosto.

Le acque che fuoriescono in questo luogo sono talmente calde, che non si riesce nemmeno a toccarle (io ne ho sentito con la mano un rigagnolo e sono ancora allucinata), ma l'effetto che questi laghi di acqua bollente creano con i loro vapori è veramente suggestivo





In città, poi, pullula di centri termali e spa a pagamento, ma, grazie a varie ed inaspettate coincidenze, mi hanno portato a circa 16 km da Rotorua, in un posto che non avrei mai trovato da sola: Kerosene Creek. Trattasi di un ruscello di acque termali calde (sui 42 gradi) che scorre nel bel mezzo della foresta sub-tropicale: il tutto assolutamente non segnalato, non turistico e assolutamente gratis! Una meraviglia di posto dove passare un rilassante pomeriggio, a scaldarsi il culo.

Rotorua è famosa anche per la cultura maori. In questa cittadina si organizzano infatti numerosi “eventi culturali” per far scoprire ai turisti paganti gli usi e i costumi maori.



Pure io ho partecipato ad una di queste ricostruzioni (compresa nel prezzo di una visita alla zona dei geyser) e devo dire che l'ho trovata piuttosto falsa, anche se ben eseguita. In più, ero circondata da coreani, che credo fermamente siano le persone più incivili del pianeta:un branco di personaggi urlanti, muniti di macchina fotografica con cui immortalano qualsiasi cagata tranne l'essenziale, che ti pestano regolarmente, fanno confusione e non seguono le regole di comportamente civile del luogo (togliersi scarpe, cappello e occhiali da sole per entrare nel marae).
Ora se mi vedo anche un solo coreano davanti mi infastidisco... chissà come mai!
Comunque, tornando allo spettacolo, i maori hanno accolto il gruppo davanti al marae



con una specie di rituale con un sacco di grida, che si conclude con l'hongi (lo scambio del respiro vitale, che prevede che due persone si scambino pressioni del naso). Entrati nel marae, i maori hanno dato inizio ai loro balli e canti tradizionali,





compresa la famosissima (e alquanto faticosa da eseguire) haka



Personalmente, ho trovato molto più interessanti, la scuola di intaglio del legno (i maori erano e rimangono tra i migliori nel campo)





e la visita al geyser Pohutu, che erutta da 10 a 20 volte al giorno, con eruzioni alte sino a 20 metri che durano anche sino a 15-20 minuti.



(di questo e pure dell'haka ho fatto qualche video, che posterò in italia)

E nel salutarvi con un just don't play with me and you won't get burned (like jimi said), per non farmi mancare l'atmosfera nebbiosa di Ferrara, eccomi immersa tra i fumi di Rotorua (non che sia proprio la stessa cosa):



Vi ricordo, inoltre, che sotto questo post c'è un altro post recente su wellington e il tongariro. Ora sono nell'estremità nord dell'isola del nord e tra oggi e domani andrò a Cape Reinga, il punto più settentrionale della Nuova Zelanda. A presto!


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Somethings cannot be bought



Al contrario delle altre città neozelandesi che tendono un po' tutte ad assomigliarsi, Wellington possiede un carattere particolare, che le dona un'aria diversa.
La capitale della Nuova Zelanda mi accoglie con il clima che la contraddistingue: ventoso e freddo. Per fortuna pullula di locali, caffé e ristoranti in cui riparararsi. Veramente, mai visti tanti caffè uno attaccato all'altro. Sicuramente qui non si morirà mai di fame, né si avrà difficoltà a trovare una cucina del mondo che piaccia: pare l'esposizione mondiale dei cibi di ogni regione del mondo!




come potete notare la città è decisamente moderna, ma con un certo stile. Pur non essendo enorme, possiede comunque l'aria tipica della città cosmopolita e molto impegnata con la gente che cammina in fretta per le strade.
Cerca anche di darsi un tono da capitale sofisticata, ma, personalmente, entrando nei grandi magazzini “chic” di Wellington, misono fatta 4 risate: non avete idea dei cenci che vendono!



Non parliamo poi delle scarpe... vivere qui, per quanto riguarda questo particolare ambito (diciamo pure ossessione) sarebbe davvero problematico, anche se, ormai, pure io mi sono adeguata alla moda locale: tutti in infradito, che piova o ci sia il sole.
A Wellington, vive anche una discreta comunità di italiani e così (di nuovo), mi sono ritrovata in un'esperienza surreale: vedere un film con Tomas Milian (precisamente squadra antifurto, prodotto nel mio anno di nascita) in una casa, vista oceano sulle colline wellingtoniane, dopo un'ottima pasta e un bicchierino di Vecchia Romagna etichetta nera, non è esattamente una cosa che capita tutti i giorni.
E, a parte il trash, che sempre mi segue e mi ama (ricambiato) ovunque io mi sposti, devo dire che appena torno a casa mi riguarderò tutti sti capolavori del cinema trash anni 70, epoca in cui l'italia era veramente ridotta da panico, ma almeno rideva di se stessa e creava, in qualche modo, cose originali e divertenti... [inizio polemica] non proprio come ora che esportiamo Muccino e Ramazzotti (non l'amaro, purtropppo). [Fine polemica]
Lasciata Wellington, mi sono diretta al Tongariro Park, parco nazionale più “anziano” della Nuova Zelanda. Nel parco si trovano 3 vulcani attivi: il Mount Ruapehu (la cima più alta dell'isola del nord), il mount Tongariro e il mount Ngauruhoe, che, sono certa, qualcuno di voi maniaci della trilogia del signore degli anelli (so per certo, che c'è qualcuno che mi segue con l'atlante di dove sono state girate le scene) riconoscerà come Monte Fato della Terra di Mordor



(a sinistra il tongariro, a destra, il “monte fato”)



Nel parco ho percorso il tongariro crossing, o meglio ne ho percorso la metà e poi sono tornata indietro a piedi (circa 16 km di montagna), [[-sì avete letto bene]], perchè non mi andava di unirmi alle comitive organizzate con i pulmini che ti portano da una parte e ti vengono a prendere alla fine del percorso.
Camminare in mezzo a questo affascinante paesaggio vulcanico



sola, con il tuo i-pod (rigorosamente in modalità brani casuali), è veramente un'esperienza.
Ci sono stati momenti divertenti, in cui in una salita un po' impegnativa per i miei poveri polmoni, sperando in una canzone che mi desse la carica, è partita “me gustas tu”, ma nella versione Manlio Sgalambro (e dai pur con il trash) e quindi, invece di partire in quarta sulla salita sono scoppiata a ridere come una deficiente, rischiando un'embolia polmonare; ci sono stati momenti in discesa in cui si scivolava, in cui ho capito che il mio i-pod mi voleva morta, dopo che ha tentato di far partire concertina, prontamente skippata dopo un secondo. Ma soprattutto ci sono stati momenti di totale energia e fusione con quella natura lunare, sorprendente e imprevedibile, in cui mi sono sentita talmente bene da mettermi a cantare come una cretina in mezzo al nulla

“I traveled round the world
Looking for a home
I found myself in crowded rooms
Feeling so alone...
...I never felt so happy”

e, persino, a ballare in mezzo alla lava pietrificata.
Ma non ditelo a nessuno ;-)

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lunedì 8 dicembre 2008

Mi piacciono i luoghi poco frequentati, le strade senza uscita, le discese rapidissime, le imprese senza fine [...] DECADENZA -

(mi piace tutto ciò che sembra DECADENZA - anche la musica è migliore se c'è - DECADENZA - anche l'amore non esiste senza DECADENZA)

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In realtà dovrei parlarvi di Wellington e del Tongariro, ma quel che ho visto oggi merita di essere fissato prima che il mio Alzheimer, mi faccia scordare ogni cosa.
Quindi fate finta di essere davanti a Mulholland drive, dimenticate che il tempo è un concetto lineare e vedrete che alla fine tutto avrà un senso (più o meno).

Stamattina sono partita da Gisborne, graziosa cittadina completa di palme, nella east coast.



Gisborne è famosa per il bel tempo e, in effetti ,faceva un caldo allucinante pure ieri sera quando sono arrivata, tanto che, invece che rinchiudermi in un ristorante, mi sono presa il miglior hamburger della storia degli hamburger (e me lo sono mangiato in spiaggia con i piedi ammollo nell'oceano) in un posto di cui ho appositamente fotografato l'insegna....



(giuro che il nome è casuale!)

Lasciata Gisborne, ho preso la famigerata State Highway 35, di cui si narrano leggende su quanto tempo occorra per percorrerla.
E sono finita letteralmente in un altro mondo.
L'east cape è un posto di frontiera.
Lo avverti subito.
Intanto c'è solo una strada che lo attraversa (la SH35 appunto) e qui non ci sono molti turisti (a parte me, avrò incontrato 4 sparuti surfisti e un camper in giro) e qui c'è la più grossa concentrazione di Maori della Nuova Zelanda, tanto che ogni paio di km c'è un marae (luogo di culto e di aggregazione maori). E non in senso turistico (come mi hanno detto succede a Rotorua), ma proprio perchè qui è vita reale.



questa sopra è una chiesa in realtà, ma risente anche lei dell'inevitabile sincretismo culturale della zona (non ho fotografato marae, perchè essendo sacri ho sempre paura di fare qualcosa di male).
Ho incontrato sulla spiaggia un vecchio maori che, a parte volermi offrire dell'aragosta, ha iniziato a spiegarmi l'importanza dell'oceano e di come le onde (continuava a ripetere waves, waves, manco mi conoscesse), se le stai ad ascoltare, ti raccontano il senso della vita.

Questa parte della east coast è sicuramente diversa da tutto il resto della nuova zelanda e possiede un misto di orgoglio decadente e di avamposto di civiltà da antologia.



in effetti, quando sai che è difficile trovare la benzina, pure i supermercati (a dire il vero molto scarsi) faticano ad essere forniti e la civiltà (parliamone) sta ad almeno 250-300 km, è inevitabile che il carattere del luogo ne risenta





per noi europei, credo sia un po' difficile da capire...
alla fine, di posti così testardamente conservati isolati, in europa, forse, non ne esistono più (a parte, magari alcuni tratti della sardegna verace).
La gente del luogo preferisce vivere in questo stato apparente di decadenza materiale e non vuole veramente che questa zona si sviluppi come le altre.
Se per i bianchi, i Maori sono gente che ha poca voglia di lavorare, questi ultimi rispondono che loro non ci tengono affatto a comportarsi come gli europei, che, ovunque arrivino, sfruttano la terra fino all'ultimo, riducendola a qualcosa di inservibile e privo di vita.
Per i maori, è importante prendere dalla loro terra, ma in modo più equilibrato rispetto al nostro, rispettandone i tempi e pensando a chi verrà dopo di noi (if you continue to take and take, what's left for the next generation?)



ovviamente, adoro questo luogo.

A parte tutto questo filosofeggiare, mi sono, però, accorta in questi giorni che il numero di pecore e , soprattutto, di agnellini, in giro sta calando drasticamente. Nel contempo, vedo sempre più camion a più piani che odorano di pecora e, da cui, ogni tanto, spunta un orecchio o un pezzo di musetto. So perfettamente che i passeggeri lanosi stanno compiendo il loro ultimo viaggio per andare ad ingozzare le bocca degli europei che mangeranno agnello per natale.
Ma io non posso non pensare che pochi giorni fa, quegli stessi agnellini li vedevo saltare felici e contenti per i pascoli accanto alle loro mamme...
E, sarà che ho visto troppe volte babe maialino coraggioso, ma, mi sa che non mangerò agnello per un po'...
Domani mattina tenterò di alzarmi ad un'ora antidiluviana per vedere l'alba dall'east cape (uno dei primi posti al mondo dove il sole sorge seguendo la linea del cambio di data).
Conoscendo quanto poco volentieri ami svegliarmi presto, fatemi gli auguri.

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sabato 6 dicembre 2008

Sud, fuga dell'anima, tornare a sud, come si torna sempre all'amor

Il mio ultimo giorno nell'isola del Sud è stato davvero divertente. Ero ospite in un b&b gestito da una coppia di italiani (in NZ da 12 anni), di cui credo non ci sia bisogno di specificare le vedute in tema politico

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Non mi sono persa l'occasione, poi, per andare con loro alla scuola di cucina italiana, che loro organizzano per qualche sparuto kiwi interessato alla cosa. Voi non avete idea dell'esperienza surreale... prima di tutto sentire esclamare un uomo italiano, davvero convinto e infervorato sull'argomento (quasi si stesse parlando di sopravvivenza della specie umana) “pasta is more important than gnocchi”, nel bel mezzo di una lezione di cucina in un paesello sconosciuto (Motueka) della Nuova Zelanda, mi ha fatto scoppiare a ridere come una cretina e nessuno capiva perchè. Comunque “pasta is more important than gnocchi” diverrà per sempre un mio must assoluto.

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così come assolutamente divertente è stato vedere i kiwi alle prese con il montare i bianchi delle uova e, soprattutto, nell'incorporarli all'impasto.
NON NE AVEVANO UN'IDEA, pareva che stessero mescolando della calcina! In effetti, questa del cibo è, inevitabilmente, una grossa differenza culturale tra noi e loro. Per la maggiornaza dei kiwi, la bocca va riempita perchè bisogna e non è molto importante la qualità di quel che si mangia e ti guardano quasi tu fossi un pazzo eretico se gli spieghi che i bianchi delle uova si devono amalgamare con pazienza e gentilezza (e quasi amore) e, spesso si mettono a ridere davanti ad affermazioni del genere.
A loro piace trovare in genere tutto pronto (nei supermercati si trova qualsiasi cosa aromatizzata a qualsiasi cosa, con abbinamenti a volte francamente scorcentati) tanto che mentre ero nella regione dei vini di Marlbourough, una tizia ha fatto sentire a me e a una tipa inglese un olio di oliva aromatizzato al limone (tranquilli, c'erano pure arancia e lime tra i gusti disponibili) per cercare di vendercelo. Risultato: l'inglese è impazzita con i soliti (it's amazing, the best thing ever, so delicious, etc) e io con faccia schifata ho detto che sta roba in italia non avrebbe mai avuto successo, perchè in realtà basta prendere dell'olio, spremerci un po' di limone e amalgamare con una forchetta (una cosa che ai più imbecilli tra i miei connazionali richiede sì o no trenta secondi trenta) e dà risultati nettamente migliori. Le due tizie mi hanno guardato senza capire, ma vabbè.

In mattinata mi ero fatta un giro breve nell'Abel Tasman National Park, anche se il tempo era un po' penoso, ma quando c'è bello farsi tutto il parco a piedi (ci vogliono 3-5 giorni) deve essere un'esperienza meravigliosa, così come in kayak

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dopo aver lasciato il b&b mi sono diretta verso Picton, per prendere il traghetto per l'isola del Nord, ma prima ho fatto la strada panoramica Queen Charlotte Drive, che offre splendidi panorami sui Marlborough Sounds





proprio quest'ultima foto, vi fa vedere, dall'alto, la spiaggetta che ho trovato per caso, facendo un sentiero in mezzo al nulla.



ovviamente non avevo il costume, ma l'acqua era così bella e non particolarmente fredda che mi sono buttata in mutande! Tanto a condividere la spiaggia con me c'erano si o no altri 3 esseri umani, accampati a distanza e 2 simpatiche anatre. Qui le anatre sanno che ogni essere umano porta cibo con sè. Infatti appena ti vedono, ti si avvicinano senza problemi. Così, ho diviso il mio pranzo (2 pezzi di ciambella che !!!! mi aveva gentilmente lasciato come spuntino) con le amiche anatre. Risultato: io ho mangiato mezza fetta, loro una e mezzo! (ma mi sono sentita come San Francesco in mutande... e questo non ha prezzo).
Sono poi arrivata a Picton dove questo assurdo albero di natale, mi ricordava che è dicembre. Nella mia testa, infatti, anche se razionalmente so che è dicembre, ora è estate e, quindi, ogni volta che vedo qualche decorazione natalizia in giro, rimango sempre un attimo basita



intanto il mio traghetto si avvicinava



non nego, che lasciando l'isola del sud mi sono sentita terribilmente triste, quasi quando devi lasciare un amico che non sai quando e se rivedrai.
Poi però i paesaggi attraversati in traghetto, il suono della nave che avvertiva le mille barche a vela nella baia di scansarsi



la faccia di Saviano che compariva dalla traduzione di Gomorra (che un ragazzo stava leggendo) e l'immancabile i-pod hanno battuto la momentanea malinconia. Davanti a me c'era ormai l'isola del nord, un territorio ancora da scoprire.
A presto con i racconti di Wellington e del Tongariro National Park (lo so, sono un po' indietro).

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giovedì 4 dicembre 2008

While white horses they will take me away...

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La Golden Bay è la parte più occidentale della costa settentrionale dell'isola del sud ed è, semplicemente, il paradiso in terra.
Spiaggie bianche, oceano blu e vegetazione verde smeraldo, che sembra quasi finta da quanto è folta e rigogliosa.

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le maree, in questo luogo, la fanno assolutamente da padrone,

ma non pensate alla bassa marea o all'alta marea come si vede nei nostri piccoli mari: qui la differenza può essere anche di più di 6 metri di profondità.
Ad esempio, in questa spiaggia (Wharariki beach)

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la parte che vedete di sabbia bianca in mezzo agli arbusti,quando c'è l'alta marea è completamente ricoperta dal mare (se avete buoni occhi , in basso a destra, si vedono i segni lasciati dalle onde del mare mentre si ritira) e quindi non si può arrivare, ad esempio, fino a qui
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(un altro esempio di come le maree, da queste parti,siano veramente allucinanti nella loro potenza , lo vedrete a breve).

Tutta la zona della golden bay è famosa per essere un covo (e in molti casi un ritiro) di molti artisti: scultori, ceramisti, creatori di gioielli e menti creative in generale hanno i loro laboratori proprio qui. E la cosa non mi stupisce affatto, perchè qui si sta benissimo e pare un posto nato apposta per favorire la creatività. Come esempio, vi basti questo insolito café

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Qui le persone, oltre che cordiali sono anche vagamente naif, il che le rende (a me) subito simpatiche.
Effettivamente questo luogo possiede un carattere particolare, forse dovuto anche al fatto che a pochi km da Takaka (il paese principale) si trovano le Pupu Springs, che, oltre ad essere le sorgenti d'acqua dolce più grande del paese, detengono l'onore di avere l'acqua più limpida al mondo (forse ce n'è una più limpida in antartide, ma non credo che andrò a controllare). Non avevo mai visto delle fonti naturali prima d'ora e la cosa mi ha veramente affascinato (ho pure girato qualche video che posterò tornata in italia).
Il colore non c'è bisogno che ve lo descriva, vedete da soli

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Nella Golden Bay, tra le altre cose, sono andata (per la prima volta in vita mia) a cavallo in spiaggia e in collina; il mio cavallo si chiamava Bungle ed aveva una sua personalità: intanto non voleva MAI stare per ultimo, poi appena aveva l'occasione si fermava a mangiare l'erba (e a fare pupù) ed era molto intelligente, tanto da sapere meglio di chi lo cavalcava quale fosse la strada migliore da fare. Ovviamente visti i punti in comune (mi riferisco soprattutto ai primi due) siamo andati subito d'accordo, tanto che, non ero per nulla agitata in cima a Bungle, persino su terreni che mai avrei fatto nemmeno sulle mie gambe.
Eccoci mentre sguazziamo nelle acque della Puponga Beach

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ora guardate il paesaggio sullo sfondo e confrontatelo con questa foto
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scattata solo 3 ore prima (notate il mare su cui stanno allegramente sguazzando dei cigni neri), giusto per ri-sottolineare le maree impressionanti (io e bungle saremo affogati).

In questi giorni ho dormito in un cottage in legno (completamente eco-compatibile), godendo di questa vista

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e non solo. L'altra sera, un gruppo di freak, accampati non lontano, si è messo pure a suonare i bonghi (decisamente bene). Fuori si stava da dio e, dato che qui non ci sono luci artificiali, ho visto il cielo stellato come non l'avevo mai visto (peccato che non riconosco le costellazioni perchè alcune sono nuove e, quelle che conosco, sono al contrario). Il cielo era così vivo e stellato da farmi esclamare “Oh Signore Santo!”.
Veramente, la Golden Bay è il paradiso.

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venerdì 28 novembre 2008

cerco un centro di gravita' permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente

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ovviamente il centro di gravità permanente, che che ne dica il buon Franco, non l'ho ancora trovato, ma nella foto mi vedete seduta esattamente sul CENTRO geografico della Nuova Zelanda,

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che si trova su una collina di Nelson, graziosa città sul mare, nel nord dell'isola del Sud.
Nelson, al contrario di ogni città europea che si rispetti, possiede un centro francamente bruttino (la loro cattedrale è , a dir poco, raccapricciante) e una zona preiferica residenziale meravigliosa,
Immaginate, infatti, case sulle colline che danno direttamente sul mare con strade sali e scendi (un po' in stile San Francisco), il tutto circondato da una vegetazione lussureggiante e con un clima a dir poco ideale (questa è una delle zone con più sole e in cui piove meno di tutta la Nuova Zelanda).
Quindi ,se decideste mai di trasferirvi qui, questa è la vista che potreste avere da casa:

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(tra parentesi il terreno che vedete spoglio nella parte bassa della foto è in vendita, se volete mi informo).
Nelson ha un ritmo molto particolare: sembra di stare in una città in cui succeda quel che succeda chissenefrega, tanto qui si sta benone. Qui tutti sono rilassati e cordali, tanto che mentre giravo per strada, scambiando due parole con un signore (qui praticamente tutti ti salutano o ti sorridono se ti incontrano in giro, specie in un sentiero) non ho potuto fare a meno di accettare delle arance che mi ha appositamente staccato dall'albero che cresce nel giardino di casa sua. Compreso nel prezzo c'era pure indirizzo, numero di telefono ed email, non sia mai che io decida di tornare o abbia bisogno di qualcosa dalla nuova zelanda. Normale, no?

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Proprio in città c'è anche una bella spiaggia (Tahunanui beach), dove si può tranquillamente fare una passeggiata al tramonto o il bagno se c'è caldo.

Nei giorni in cui non ho aggiornato il blog, sono finalmente riuscita a vedere le balene a Kaikoura, ma non sono riuscita a fotografare il momento migliore quando la balena si re-immerge e rimane con la coda in alto per qualche secondo (che poi è l'immagine ufficiale del logo di Kaikoura)perchè la prima balena l'ha fatto quando non ero preparata a fare foto e la seconda si è immersa senza farlo (maledetta!) quindi le foto che ho non sono un granchè ma meglio di nulla.
Ho visto due esemplari di sperm-whales (non ho idea della traduzione in italiano, ma penso sia capodoglio) che sono veramente animali immensi. Peccato, però che la parte che emerge quando salgono per respirare è veramente minima, quindi non ti rendi proprio ben conto di quanto grande sia l'essere che ti è di fronte, a meno di 50 metri. Quindi se passate di qua, consiglio di risparmiare un po' e fare l'escursione in aereo, in cui, dicono le balene si vedono meglio, o per lo meno, se ne intuisce meglio la dimensione.

Quel robo grigio che vedete è la balena

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e qui potete notare il famoso spruzzo dal ''naso''

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ed ecco a voi pure un albatross

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Prima di Nelson, sono poi stata nella regione vinicola di Marlborough, che è un altro posto fantastico.

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qui mi sono trattata bene e sono stata in un b&b direttamente nelle vigne, a casa di due signori molto simpatici con un grande senso dell'umorismo e una casa a dir poco meravigliosa con piscina, giardino alla mediterranea (in cui crescono arance e limoni) e orto con ogni ben di dio.
Nel raggio di 5 km da dove ero, ci sono circa 25 cantine e praticamente tutte sono aperte per far assaggiare i loro vini. Ovviamente non ho perso l'occasione e mi sono fatta un bel giro, iniziando a degustare vini dalle 11 del mattino (subito dopo aver mangiato bacon e uova :P)
Devo dire che i vini neo-zelandesi sono in generale buoni, anche se comunque particolari per un europeo. Alcuni sanno molto di frutta, altri sono molto minerali, hanno comunque gusti molto più particolari dei nostri. Ho degustato in generale ottimi Pinot grigi e Sauvignon Blanc, anche i Pinot neri non sono male (anche se preferisco la regione del Central Otago per quelli) e qualche ottimo Riesling. Invece, proprio non sopporto i loro Chardonnay, che sanno di affumicato che manco il salmone e, soprattutto il Gewurztraminer, che non si potrebbe immaginare più diverso dal nostro: il nostro è profumato ed aromatico; il loro o è secco e superalcolico (sfiorando i 15 gradi) o è un po' meno alcolico ma dolce (?!?!). Ho tentato di spiegare ai kiwi perchè per me quel vino era “strange ma non so mica se ci sono riuscita :P
Però ho trovato una specie di passito (ovviamente acquistato) che mi ha dato particolare soddisfazione.
In ogni caso, sempre in zona si mangia benissimo e i menù sono particolarmente curati (purtroppo non ho foto perchè mi ero scordata la macchina fotografica a casa) e c'è una sorta di atmosfera mediterranea, forse dovuta anche al vino e all'olio di oliva che si produce qui. Anche questo è un bel posto dove stare, anche perchè tutte le persone che lavorano in zona e si occupano della terra, del vino o anche solo del marketing dello trasudano una passione per quello che fanno, che davvero non può non ben impressionare chi si trova, semplicemente, a passare per queste lande benedette dal bacco e apollo.

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