La west coast della Nuova Zelanda è un posto davvero unico al mondo.
Oltre ad avere montagne a picco sul mare di Tasmania, presenta un facile accesso a due ghiacciai (il Fox Glacier e il Franz Joseph Glacier) quasi a livello del mare, circondati da foreste sub-tropicali, che definire lussureggianti è dire poco.
A questa latitudine, non esiste altro luogo al mondo in cui i ghiacciai siano così vicini alla costa.
La grandezza del Fox e del Franz Joseph è dovuta all'enorme quantità di pioggia che si abbatte sulla regione del westland (si parla di qualcosa come più di 7 metri di precipitazioni all'anno e, in effetti, la regione è soprannominata giustamente wetland) e , nelle quote più alte, di neve (e qui si parla addirittura di 35-45 metri di neve all'anno).
I ghiacciai, come è ovvio che sia, sono anch'essi soggetti alla forza di gravità e, per questa ragione, scivolano verso valle. La particolarità però del Fox e del Franz Joseph glacier è che il loro ritmo di discesa è stupefacente: il Franz Joseph avanza al ritmo di un metro al giorno ma può arrivare fino a 5 (una velocità di ben 10 volte superiore ai ghiacciai europei). Inoltre, questi sono forse, gli unici ghiacciai al mondo che non si stanno ritirando, ma anzi stanno avanzando.
Questo è il Fox glacier (chiamato così in onore di William Fox, primo ministro locale dotato di una certo divismo visto che si auto-intitolò il ghiacciaio) ed è pure, tra i due, quello che ho visitato meglio (purtroppo però per mancanza di tempo e salute non ho fatto l'esporazione di mezza giornata a piedi sul ghicciaio e per mancanza di soldi, non ci sono volata sopra in elicottero).
Il ghiacciaio è lungo 13 (ho detto TREDICI) chilometri, ha una profondità massima di 350 metri e termina 250 metri sopra il livello del mare. Ma meglio di tutti i numeri è sufficiente questa foto
che mostra a confronto l'altezza di 2 esseri umani (sono i due puntini blu e rossi in basso a centro-sinistra) con la parte terminale del ghiacciaio.
Impressive, no?
Sempre in zona si trova lo spendido lake Matheson, che si vanta di essere il lago più fotografato della Nuova Zelanda. Il motivo è presto spiegato: il nostro amico Aoraki (esattamente il versante opposto a quello da me già visitato e postato in precedenza), infatti, si specchia letteralmente nelle sue acque, creando scenari fiabeschi
(Aoraki è quello sulla destra, sulla sinistra invece il monte Tasman).
Sono poi stata a Hokitika, città famosa per la lavorazione della giada. La città in sè è piuttosto bruttina, ma alloggiavo in un fantastico campeggio provvisto di bungalow in legno con tanto di bagno e cucina e davanti a me avevo un piccolo allevamento di animali:capre, maiali, polli, papere e i buffi alpaca
In più ho finalmente visto (e per giunta gratis, visto che sono diventati attrazione turistica= fonte di guadagno) i famosi glow-worms. Vi chiederete che diamine sono? Ebbene sono larve delle zanzare dei funghi, che emanano, al buio una luce blu-verdina (quelli che ho visto io ero decisamente più blu che verdi). I glow worms si sviluppano in ambienti umidi e, in genere, bui e si creano un appiglio alla parete della roccia o alla vegetazione. Altri insetti, attratti dalla luce, si dirigono verso il glow worm, rimanendo incastrati in alcuni filamenti per diventare, infine il pasto della larva. Devo dire che 'sti glow worms sono davvero bellini. Nel buio all'improvviso ti appaiono tante lucine blu in stile natalizio... sembra quasi un presepe (sapete quei presepi in cui, a un certo punto, diventa notte e si vedono le stelle), però si discuteva con altra gente che possono anche diventare vagamente inquietanti: immaginate, infatti, di rimanere al buio di notte nel bosco ed improvvisamente vi appiono tutte ste lucine??? io penserei di essere in una puntata di x-files.
Dalla West coast, mi sono poi di nuovo spostata verso est, per raggiungere la località montana termale di Hamner Springs dove c'era un caldo allucinate.
Non vedrete foto di Hamner, semplicemente perchè ho passato l'intera giornata con il mio amabile culo immerso nelle acque termali ad una temperatura variabile tra 36 e 41 gradi e pure in acque sulfuree che sapevano di uova marce.
Consigliano di non guidare dopo l'immersione e ora capisco perchè: ero stremata!
Nonostante questo, nella stupenda guesthouse dove ero ospite, avevo a mia totale disposizione (oltre ad un megaschermo lcd) la cucina e mi sono preparata, manco fossi Salvo Montalbano, la pasta con le sarde (ok mancava lo zafferano e il finocchietto, ma era comunque molto buona). Finita, la pasta, arrancando verso la tv mi metto a fare zapping e che ti trovo su Maori Television? Il film di Castellito tratto dal libro della moglie con Penelope Crùz (di cui ora non ricordo il titolo): il tutto in italiano sottotitolato in inglese. Ormai il film era quasi finito, ma nella scena in cui i becchini chiedono che cosa devono scrivere sulla lapide e Castellito risponde: “Italia”, quasi quasi mi commuovevo (pensando anche alla stretta attualità della scena).
Poi ho pensato alla canzone di Mino Reitano, ho finito l'ennnesimo bicchiere di Sauvignon Blanc e mi è passata subito :P
ITALIA ITALIAAAAAAAAAAAAAA, questa canzone io la canto a TEEEEEEEEEEEE
giovedì 27 novembre 2008
ice age coming ice age coming throw me in the fire
Pubblicato da Silvia alle 06:39
Etichette: culo a mollo, fox glacier, franz joseph glacier, hamner springs, hokitika, nuova zelanda
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1 commenti:
La pasta con le sarde in Nuova Zelanda è decisamente divistica. Dopo il lussureggiante ghiacciaio, Mi sono convinto: ecco dove svernare in caso di catastrofi climatiche. Sempre che il Petit Trianon non sia più praticabile o che non finisca a piantar basilico in Groenlandia.
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