giovedì 13 novembre 2008

Out on the wiley, windy moors, wed roll and fall in green...

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no, non ho battuto la testa ed improvvisamente mi piace Kate Bush.
Ma mi piace immaginare i Catlins (la regione in cui sono stata negli ultimi 3 giorni) come l'equivalente neozelandese (quindi senza nebbia e con molte più pecore) della brughiera inglese (windy moors),così ben descritta da Emily Bronte.
In effetti, è evidente che nei Catlins, la natura la fa assolutamente da padrona.

Ed in particolar modo il vento, che spira dal mare (quindi da sud) e che costringe la vegetazione ad assumere le forme più strane per poter sopravvivere.

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Questi alberi sono stati fotografati a Slope Point, che si vanta di essere il punto più meridionale dell'isola del sud (in pratica, tra questo punto e l'antartico, c'è solo mare, un po' di ghiaccio e qualche isola, I suppose).

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Altro luogo interessante è il Waipapa Point, dove, nel 1881, proprio la variabilità del clima dei Catlins fu fatale a 131 persone a bordo del battello Tararua, che si scontrò contro uno scoglio, visibile tutt'oggi, quando c'è bassa marea.
Il mare, al momento dell'incidente, era calmo. Un passeggero si offrì di nuotare fino a riva per chiamare i soccorsi. Riuscì nell'impresa, mentre le onde cominciavano a diventare sempre più grosse. Avvertiti gli abitanti della fattoria più vicina, si corse a dare l'allarme nella città più vicina, ma da lì purtroppo le navi di salvataggio arrivarono troppo tardi. Intanto, si cercava di aiutare i superstiti, ma le condizioni del mare divennero impossibili e i soccorittori non poterono far altro che guardare impotenti la nave affondare. La maggior parte delle vittime di questo disastro è sepolta a pochi metri dal luogo dell'incidente, si vedono ancora le lapidi attorno alle quali, pascolano, placide, le pecore. Tre anni dopo l'incidente, fu costruito il faro, che vedete

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Ci sarebbero altre mille cose da dire sui Catlins, dove si può vedere un enorme foresta fossile (Curio Bay), si può entrare in caverne scavate dal mare (Cathedral Caves), si possono vedere i pinguini dagli occhi gialli salire dal mare al tramonto (visti), le foche che ci crogiolano al sole (viste) e i leoni di mare (non visti), si possono raggiungere spettacolari cascate (Matai Falls e Purakaunui Falls), attraverso sentieri in mezzo alla foresta, dal sapor vagamente tropicale, in cui per un attimo ti immagini di essere Indiana Jones o Lara Croft, pronta ad estrarre i tuoi uzi al primo kiwi, che ti si pari davanti.
Però voglio soffermarmi su un'altro aspetto.

Sono stata in fattoria questi 3 giorni (farmstay, si dice qui) ed è stata un'ESPERIENZA in tutti i sensi.
Tanto per cominciare dagli incredibili odori del giardino, che purtroppo non si possono fotografare

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ai sapori della prima colazione (come rinunciare a uova e bacon fritti nel burro???)

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I padroni della fattoria, June e Murray, (che hanno qualcosa come 3000 pecore, 2000 vitelli e tipo 1000 cervi) sono stati, poi, molto carini e disponibili nel farmi avere una vera esperienza di fattoria kiwi! Anzi, non ci potevano credere che fossi interessata alla cosa! Così il mattino, di buon'ora mi hanno portato in mezzo ai campi (con il vento che sferzava da una parte e la pioggia che batteva dall'altra) per farmi vedere il processo del “tailing the lambs” ovvero, come si taglia la coda agli agnellini (purtroppo non ho foto della cosa, perchè come una pirla ho scordato la macchina fotografica). In effetti, se ci fate caso, le pecore adulte non hanno la coda, ma gli agnellini appena nasti sì (io non ci avevo mai badato). Ho assistito alla cosa, un po' sanguinolenta, ovviamente sporca e non mi stupisco più del fatto che le pecore di qui sono, in genere, terrorizzate, appena vedono un essere umano. Comunque, il lavoro della fattoria è molto duro e non sono affatto qui per disprezzarlo, anzi.
La mia prima esperienza come “farm-girl”, ancor prima di raggiungere gli agnelli, è stata però schoccante.
In senso letterale.
Lezione numero 1: mai mettere le mani su un fil di ferro, se vedete che è supportato da uno strano aggeggio in plastica nera. Rischiate altrimenti (come ho fatto io) di prendere la scossa (ad un voltaggio non indifferente) e suscitare l'ilarità generale dei presenti (e forse, anche delle pecore, che ormai hanno imparato a stare lontano dall'elettroshock)
Lezione numero 2: l'erba del vicino è sempre più verde. Che sia vero o meno, dopo 3 giorni come farm girl, ho imparato a riconoscere se un pascolo è buono o meno per le pecore... sono cose che danno una certa soddisfazione...

Certo io ero stata molto ottimista a sperare di trovare una connessione internet nei Catlins, dato che neppure i cellulari là funzionano (ho dovuto guidare tipo 50 km per riuscire a mandare un messaggio che avvertisse mia madre che non ero morta travolta da un gregge di pecore), ma pure l'asfalto è un concetto molto futurista laggiù. In effetti, a parte le due strade principali, per il resto sono tutte strade sterrate.
Lezione numero 3: dopo 3 giorni nei Catlins, a forza di sterrati in ogni condizione meterologica, sei pronta per partecipare al prossimo campionato rally, senza particolari problemi.

Dopo il contatto prolungato con così tanti tipi diversi di pecore, ormai ne riconosci la razza, il tipo di lana che produce e le lavorazioni in cui viene impiegata, ma sai anche che, morbido come il musetto di un agnellino, non c'è nulla al mondo (lezione numero 4)

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Ora mi trovo a Te Anau, piacevolissima località di montagna, con lago annesso, avamposto per andare a vedere i fiordi. Il primo lo vedrò domani, quindi ora, dopo aver fatto la spesa e il bucato, mangio e mi metto a letto abbastanza presto che domani mi aspetta una levataccia.

Baci a tutti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che belli questi racconti waves, certo che da donna super fashion a campagnola acqua e sapone il salto è grande... è difficile vederti sotto nuova luce!:P
ma so che stai facendo tutte queste indagini per poter portare un tocco kiwi a san bartolomeo!!! :D
attendo i resoconti sui fiordi, un bacio grandissimo e buon proseguimento!!
cespy

Anonimo ha detto...

che tenero l'agnellino! le mucche non ce l'hanno? Chissà com'è mungerle:D
Al faro credo che non ci andrei mai di notte:P
Non so perchè ma il racconto del taglio della coda agli agnelli mi ricorda "il silenzio degli innocenti":D

un abbraccio

Anonimo ha detto...

Toh, anch'IO ho scoperto le gioie della fattoria.

Solo che ero a Parigi, Versailles, nello specifico il Petit Trianon, dove ho deciso di spostare la Mia residenza.

Magari Ci dareMo le migliori dritte su come ottenere l'agognato titolo di milkmade.